" To Remember and Understand"
Hartford, CT
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Da Onda Iblea, Ottobre, 2010
Canicattini Bagni, 11 ottobre , 2010
Lo scorso venerdì, 8 ottobre, sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa di uno degli artisti più “fattivi ed espressivi”, che la città di Canicattini abbia mai avuto, lo scultore e pittore Salvatore Cultrera, “Turi ra masciuvarina”, come veniva riconosciuto, secondo un’antica usanza del luogo di aggiungere al nome un soprannome identificativo della famiglia (preso dalla madre, Teresa Cianci detta “a masciuvarina”, ovvero, figlia di Mastro Avarino). La città pensa a come ricordare quest'artista autodidatta che ha saputo promuoverla attraverso la scultura e la pittura. Magari dedicandogli una mostra o forse quella Scuola di scalpellini che desiderava tanto prendesse vita.
Nato il 20 settembre del 1921 da Teresa Cianci, appunto, e da Giuseppe, mastro muratore e scalpellino, Salvatore Cultrera è scomparso a 79 anni l’8 ottobre del 2000. Da piccolo, nonostante fosse alquanto promettente, abbandona la scuola per volontà dei genitori, subito dopo le elementari per essere avviato a bottega, come si usava all’epoca. Inutili i tentativi dell’allora direttore della scuola di convincere i genitori a fargli continuare gli studi.
Di quel periodo si racconta un divertente aneddoto: mentre il maestro s’era allontanato dalla classe per qualche minuto, il piccolo Salvatore disegnò rapidamente con matita e carboncino, sulla parete bianca dietro la cattedra, uno scorpione (suffiziu) che sembrava talmente reale, da ingannare l’insegnante che, al suo rientro, credendolo vero, tentò invano di cacciarlo via dal muro, sotto lo sguardo divertito degli alunni.
Cultrera, inizia così il suo apprendistato sotto la guida del fratello maggiore Antonino, già apprezzato scalpellino. In quel periodo, ebbe modo di conoscere personaggi fondamentali per la sua formazione culturale ed artistica come i grandi scalpellini canicattinesi dell’epoca (Salvatore Romano, Nicola Cultrera, Mario e Sebastiano Bonaiuto, che gli trasmisero le più importanti nozioni), e poi il professore Michele Carbone che, invece, lo aiutò nello studio del disegno architettonico. Contemporaneamente iniziò a studiare da autodidatta le opere e le tecniche di grandi artisti come Caravaggio, Canova, Michelangelo Buonarroti, ricerche che gli permisero di acquisire grande competenza nei vari campi dell’arte.
Il legame con la sua città gli preclusero, nonostante le numerose proposte ricevute, di trasferirsi in città d’arte come Firenze, Roma e all’estero dove avrebbero, sicuramente, ricevuto un riconoscimento ed un profitto maggiore dalla sua arte. “Turi ra Masciuvarina”, nella sua vita di artisti non lavoro solo la pietra, ma si dedicò anche a scolpire il marmo e ad intagliare il legno, oltre che a dipingere, come testimoniano le opere presenti in tante abitazioni private ed in edifici religiosi. Tantè che appena ventenne, il parroco Aliano gli commissionò la riproduzione del Cenacolo di Leonardo da Vinci sull’abside della navata sinistra della Chiesa Madre di Canicattini.
Oltre alla realizzazione di grandi lavori, produsse un enorme quantità di schizzi di studio, disegni, caricature, utilizzando indifferentemente matita, inchiostro di china, acquarelli. Padroneggiando varie tecniche pittoriche quali la pittura ad olio, a tempera, pittura con gessetti, e così via, utilizzando di volta in volta supporti quali, tela, carta, vetro, legno, realizzò quadri di paesaggi, ritratti, dipinti floreali.
Durante la guerra, che lo vide aviatore a Tirana, Salvatore Cultrera collaborò, come vignettista, al settimanale per le Forze Armate d’Albania “La Fiaccola”, e durante la prigionia scampò al campo di concentramento grazie alla sua bravura di artista che gli consentì di realizzare i dipinti del refettorio del campo e di accattivarsi le simpatie del comandante tedesco amante dell’arte, che gli rilasciò un lasciapassare per se e per un suo amico di Ragusa, per fare ritorno in Italia.
Si dedicò anche allo sport, quale attaccante del Canicattini e della Notinese presieduta dal principe di Villadorata, ma anche come allenatore del Palazzolo, del Canicattini e della Canicattinese. Fu anche ottimo amministratore, come consigliere comunale e assessore ai Lavori Pubblici nella sua città natale.
Tra le sue tante opere scultorie si ricordano: i Prospetti di facciate liberty sia a Canicattini che nei paesi della Provincia; le numerose statue in pietra da taglio realizzate per cappelle gentilizie del Cimitero di Canicattini e di altre città (come nel cimitero monumentale di Francofonte), ma anche per abbellire ville, abitazioni private e locali pubblici (es. il Caffè Voltaire di via XX Settembre); e ancora i Mensoloni (becchi) per il Castello della Marchesa di Cassibile; i Capitelli interni ed esterni del Grand Hotel della Marina di Siracusa; altorilievi sia in pietra da taglio che in marmo (l’ultimo, raffigurante il Parroco Bombaci orna il sarcofago del sacerdote che si trova presso la Chiesa di Maria Ausiliatrice a Canicattini B.); sculture del frontone del Municipio di Avola; edicole votive a Canicattini e Siracusa; la sopraelevazione della facciata della chiesa del Santuzzo, sempre a Canicattini; l’altare, nella navata di destra della Chiesa Madre di Sortino dedicata alla Madonna di Fatima; la caratteristica e rara scultura sulla roccia viva dello stemma del Casato della Marchesa di Cassibile visibile lungo la strada Cugni Stallaini (1971); il “Mensolone”, forse il “pezzo”più famoso perché realizzato in occasione di una mostra a Canicattini sulla lavorazione artistica della pietra da taglio (1991) e poi richiesto ed esposto in varie manifestazioni tra cui la Fiera di Roma; il mezzobusto in pietra da taglio di Dante Alighieri, realizzato in occasione di una mostra (che gli valse il primo premio) e che per decenni è stato esposto all’interno della biblioteca del locale Circolo di Cultura di via XX settembre a Canicattini; un grande fercolo in legno in stile barocco presso la Chiesa del Carmine di Siracusa; la sedia ed il tavolo del gabinetto del sindaco di Siracusa a Palazzo Vermexio.
Come pittore si ricorda: pittura ad encausto del catino absidale della Chiesa Madre di Canicattini Bagni, eseguita per volontà dell’Arcivescovo di Siracusa Bonfiglioli e del Parroco Pollicita (1963), probabilmente la prima ed unica Chiesa al mondo dove sono raffigurati contemporaneamente Papa Giovanni XXIII e Paolo VI; dipinti nella Chiesa di Maria Ausiliatrice (altare maggiore e fonte battesimale) sempre a Canicattini; il quadro raffigurante S. Angela Merici, presso l’Istituto ad essa intitolato di via Dionisio il Grande a Siracusa; il Cenacolo (libera riproduzione dell’opera di Leonardo) nella Chiesa Madre di Canicattini (eseguito la prima volta nel 1940, ed una seconda volta quasi sessanta anni dopo nel 1998) perché a causa dell’umidità, il dipinto era stato (senza interpellare Cultrera) sciaguratamente eliminato.
Un’attività minore è stata quella di decoratore e restauratore, svolta nei ritagli di tempo che gli lasciavano quelle principali (scultura e pittura), anche nel palermitano e nel messinese. Negli anni cinquanta restaurò, salvandolo da sicura rovina, il simulacro del Santissimo Cristo, veneratissimo a Canicattini. L’arcivescovo di Siracusa Bonfiglioli, per i suoi meriti artistici (anche per il restauro, in varie occasioni, di oggetti sacri), gli fece dono del bellissimo simulacro di S. Sebastiano che lui, dopo averlo custodito per qualche anno presso il proprio laboratorio, ritenne giusto che venisse destinato ad un luogo adatto alla venerazione dei fedeli e per questo motivo lo volle consegnare alla Villa del Seminario di Canicattini dove tutt’ora è esposto all’interno della cappella.
L’unico progetto che il “maestro” Salvatore Cultrera non riuscì a realizzare (per il mancato impegno dei politici canicattinesi del suo periodo), fu quello di istituire una Scuola di Scalpellini a Canicattini. Un progetto al quale credeva molto, convinto com’era che quella sua arte e quel suo sapere andavano trasferite alle giovani generazioni per non far disperdere quel patrimonio di esperienze maturate in quasi settanta anni di attività.
Era convinto che l’istituzione della Scuola avrebbe sicuramente offerto grandi opportunità di lavoro ai giovani scalpellini/scultori perché negli ultimi tempi, aveva avvertito, un notevole ritorno d’interesse per quell’arte nel territorio ibleo, tanto di edifici bisognosi di restauro. Il tempo gli darà ragione.
In occasione della parziale ricostruzione della cattedrale di Noto, danneggiata dal terremoto, in un intervista televisiva (Rai3), il direttore dei lavori dichiarò che per la ricostruzione della cattedrale non era riuscito a trovare, nella zona, scalpellini qualificati tanto da essere stato costretto a farli arrivare dal Veneto.
Gaetano Guzzardo
1955, Cultrera
1949
A picture of Mr. Cultrera late 1990's
Hartford, CT
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