SABATO 22 GIUGNO ORE 18 MUSEO
TEMPO VIA DE PRETIS 18
Per l'occasione verrà inaugurato l'ingresso di via XX Settembre 132
Canicattini - Si torna a parlare diEmigrazione al Museo del Tessuto, dell’Emigrazione e della Medicina Popolare (TEMPO) di via De Pretis 18 a Canicattini Bagni, diretto da Paolino Uccello.
Sabato 22 giugno alle ore 18 al centro dell’incontro il ponte tra la Sicilia e lo Stato del Connecticut in America, dove nella capitale Hartford è presente una foltissima comunità canicattinese che, dopo l’esperienza del 2009, quest’anno ad ottobre, in occasione del Columbus Day 2013, una delegazione di Canicattini Bagni, guidata ancora una volta dal sindaco Paolo Amenta, tornerà ad incontrare, assieme ai Comuni di Floridia e Solarino, per tenere vive le radici comuni con i concittadini d’oltreoceano.
“From Sicily to Connecticut – Ricerche sul fenomeno dell’emigrazione siracusana”, dunque, sarà il tema dell’incontro di sabato, che vedrà protagonisti:
• il professore Marcello Saija, direttore della Rete dei Musei siciliani dell’Emigrazione;
• Paolo Pirrotta, emigrato canicattinese ad Hartford, dove ha ricoperto importanti incarichi, autore del libro “From Sicily to Connecticut – testimonianze dirette di emigrazione canicattinese”;
• Tanino Golino ed Elisa Golino - “Lettura scenica delle lettere degli emigrati”.
A portare i saluti della città sarà il sindaco Paolo Amenta.
In occasione di questo nuovo appuntamento al Museo TEMPO, verrà inaugurato il nuovo ingresso alla struttura museale da via XX Settembre 132.
Prof. Saja, Mayor Amenta and Paul Pirrotta presenting his book on 6-22-13!
Paolino Uccello presents the speakers.
Ms. Golino reads from letters sent by emigrants back home as her father stands to the side!
VERRÀ OSPITATO NEI MAGAZZINI EX TIRRENIA A PALERMO
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Un momento dell'incontro a Palermo |
Canicattini - C'era anche il Museo dell’Emigrazione siracusana di Canicattini Bagni, con i suoi operatori e l’assessore Marilena Miceli, venerdì a Palermo, all’inaugurazione del Museo Regionale dell’Emigrazione Siciliana, che sarà ospitato nei magazzini del porto, che una volta contenevano le imbarcazioni della Tirrenia. Un percorso naturale, già disegnato da tempo, non appena Marcello Saija, docente di Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Palermo, ebbe l’idea di creare una Rete dei Musei Siciliani dell’Emigrazione di cui è direttore.
Musei che sono sparsi in tutta l’Isola, da Giarre a Modica, da Ficarra a Canicattini Bagni, da Santa Ninfa ad Acquaviva Platani, da Giarratana a Salina. Quest’ultimo è stato il punto di partenza da cui hanno preso seguito tutti gli altri.
Alla presentazione era presente, tra gli altri, Antonino Bevilacqua, commissario dell’Autorità Portuale di Palermo, che ha concesso in comodato d’uso i locali per quella che ha definito «una grande iniziativa di carattere culturale, oltre che di sensibilità, per quello che vivono oggi i nuovi migranti».
Sono seguiti gli interventi del vice sindaco di Palermo, Cesare Lapiana, e dell’assessore regionale alle Autonomie Locali, Patrizia Valenti, da sempre disponibile alla realizzazione dell’iniziativa, considerato che «l’emigrazione non va vista esclusivamente come un fenomeno negativo, piuttosto deve essere tradotta in esperienza positiva, acquisendo le esperienze di chi va via e poi ritorna in patria».
A sottolineare il sostegno al progetto da parte dell’Università di Palermo, sia dal punto di vista scientifico sia amministrativo, è stato il rettore Roberto Lagalla, rimarcando l’importanza degli interscambi tra studenti di diversa etnia, oramai sempre più frequenti.
A chiudere i lavori è stato il professore Marcello Saja, richiamando l’attenzione sull’importanza della creazione di un Museo regionale, strettamente in rete con i Musei provinciali, che presto potrebbe acquisire la menzione di Museo Nazionale dell’Emigrazione, dopo che quello esistente attualmente a Roma, dietro il monumento del Vittoriano, a dicembre verrà chiuso.
Su questo percorso lavora Sajama, già componente del Comitato scientifico del Museo Nazionale dell’Emigrazione, considerato che proprio un secolo fa, nel 1913, il porto di Palermo fu quello che registrò il numero maggiore di espatri. Un obiettivo sicuramente ambizioso e prestigioso, al quale dovranno collaborare tutti i Musei provinciali, ad iniziare dal Museo dell’Emigrazione di Canicattini Bagni attraverso il suo archivio che affonda le radici proprio negli anni della grande emigrazione, in particolare negli Stati Uniti.
A far rivivere quei momenti, attraverso la musica e le canzoni d’addio, è stata la Banda dei Carabinieri, intonato le note che ancora oggi suscitano emozioni nel cuore di chi conosce le storie dei migranti.
Infine la giovane italo argentina, Ines Favarolo, pronipote del primo emigrante partito da Salina verso Buenos Aires, ha tagliato il nastro di inaugurazione della prima Mostra del Museo Regionale dell’Emigrazione Siciliana.
Si tratta di un’opera itinerante, finanziata dal Museo dell’Emigrazione di Ellis Island, intitolata “Sicilian Crossing”. Cento pannelli, divisi in quattro sezioni, che raccontano, con il supporto di materiale storiografico (documenti e fotografie) l’emigrazione siciliana in nord America.
Un racconto oggettivo, distante dalle storie romanzate che oramai non ci appartengono, che punta sulle condizioni di partenza, del viaggio, dell’arrivo e della nuova vita che i nostri migranti sono riusciti a ricrearsi, non senza sacrifici, negli USA. Un momento di ricerca per ricostruire la memoria e pagine di storie, quelle dell’emigrazione, del nostro Paese.